Giovedì 16 ottobre, Sander Meyer, direttore della Stichting Coldcasezaken, annuncia che la sua fondazione ha risolto un nuovo caso irrisolto. Questa volta, insieme al Cold Case Team di Amsterdam della polizia, la fondazione è riuscita a risolvere un caso di 33 anni fa attraverso l’identificazione di un uomo non identificato trovato morto il 15 novembre 1993 presso il ponte Haringpakkersbrug, nella nostra capitale. L’identità dell’uomo è rimasta un grande mistero per oltre trent’anni.

La Stichting Coldcasezaken aveva pubblicato la sua foto e le poche informazioni disponibili sul proprio sito web, dove è riservata una sezione speciale ai corpi non identificati nei Paesi Bassi e nelle regioni limitrofe. Gli indizi principali erano, tra l’altro, un biglietto del treno trovato addosso all’uomo — da Oberhausen, in Germania, ad Amsterdam —, un itinerario di viaggio Dortmund-Amsterdam e una moneta tedesca. Sembrava quindi chiaro che l’uomo fosse arrivato nei Paesi Bassi dalla Germania. Inoltre, portava con sé un portachiavi della “PSI”, il Partito Socialista Italiano. Poiché indossava anche abiti di marca italiana, si ipotizzava che provenisse originariamente dall’Italia, ma ulteriori certezze non ve ne erano — e non ne sarebbero arrivate per quasi 31 anni.

Segnalazione importante

Finché, l’11 maggio 2025, un importante informatore si è messo in contatto con la fondazione. “La segnalazione che ci ha fornito ci ha condotti a un vecchio articolo pubblicato su un sito web italiano, in cui un uomo italiano parlava di suo padre scomparso. Quest’ultimo era sparito all’inizio degli anni ’90 e il figlio, Ciro, lo cercava ormai da quasi tutta la vita. Nell’articolo era inclusa una foto del padre e, con un po’ di immaginazione, somigliava molto all’uomo ritrovato ad Amsterdam. L’articolo invitava chiunque avesse informazioni a contattare Ciro, ma non forniva alcun recapito.”

Da lì è iniziata la vecchia scuola dell’investigazione. Non è stato facile, ma alla fine siamo riusciti a metterci in contatto con il figlio e con sua cugina tramite Facebook. Sebbene inizialmente ci fosse una certa diffidenza — oggi, dopotutto, bisogna sempre essere cauti — la fiducia è cresciuta quando ho condiviso con loro un articolo di giornale italiano che menzionava la nostra fondazione per la risoluzione di un caso in Belgio. È sorprendente come, ancora una volta, un giornale possa svolgere un ruolo fondamentale. Ciro e la sua famiglia hanno visto la foto dell’uomo trovato ad Amsterdam e hanno riconosciuto una forte somiglianza con il padre, Rugiero, che in passato viveva in un piccolo paese vicino a Napoli.

Analisi del DNA e conferma

Dopo questa conferma, le cose hanno iniziato a muoversi. Abbiamo contattato il Cold Case Team di Amsterdam e, nei mesi successivi, abbiamo mantenuto stretti contatti per far arrivare il DNA di Ciro ad Amsterdam, in modo da poter avviare un confronto genetico. Tuttavia, ciò è stato più facile a dirsi che a farsi, poiché, secondo le normative, dovevano essere coinvolte anche le autorità italiane. Questo ha causato notevoli ritardi, che non sono stati facili da gestire — né per noi né per Amsterdam.

Sono quindi estremamente orgoglioso del team della polizia di Amsterdam e del NFI, che nonostante tutto, la scorsa settimana, sono riusciti a confermare al 100% che l’uomo ritrovato sotto il ponte Haringpakkersbrug era effettivamente il padre di Ciro. Per lui, naturalmente, la notizia è stata molto dolorosa. La ricerca di suo padre era finita e la speranza che fosse ancora vivo è così svanita. Tuttavia, Ciro ha dichiarato di poter finalmente chiudere questo lungo capitolo della sua vita e di essere pronto ad andare avanti. Nel prossimo periodo si valuterà la possibilità di rimpatriare i resti, affinché suo padre possa finalmente tornare a casa. Auguro a lui e alla sua famiglia tanta forza.

La Stichting Coldcasezaken, con questo caso, ha risolto per la terza volta un caso irrisolto, ancora una volta in collaborazione con un team cold case della polizia. La scorsa settimana era già stato annunciato che questa collaborazione aveva portato anche all’identificazione della tedesca Eva Maria Pommer.

“È davvero una coincidenza che, nel giro di una sola settimana, siano stati risolti due casi — e per di più casi di 20 e 30 anni fa, quindi veri cold case. Può dare forse un’immagine distorta, perché risolvere un caso del genere richiede mesi di lavoro e, purtroppo, non accade di continuo. Ma essere coinvolti in due risoluzioni così ravvicinate è qualcosa di straordinario, soprattutto se si considera che esistiamo solo da tre anni e abbiamo già contribuito a tre importanti scoperte. Sono immensamente orgoglioso di ciò che abbiamo raggiunto — del nostro splendido team e dell’eccellente collaborazione con la polizia. Anche questo, come il caso precedente, è stato un vero lavoro di squadra, e voglio sottolinearlo con forza.

Sono inoltre grato all’informatore che l’11 maggio ci ha inviato quella segnalazione così importante. È il benvenuto nel nostro team investigativo — gliel’ho già comunicato. Ringrazio anche le persone che negli ultimi tempi hanno donato fondi alla fondazione, perché grazie a queste donazioni possiamo continuare a svolgere il nostro importante lavoro di ricerca. E infine voglio ancora una volta menzionare Ciro, al quale auguro tanta forza e che desidero ringraziare per la sua gentilezza e pazienza. Sono certo che resteremo in contatto.”

On Thursday, October 16, Sander Meyer, director of Stichting Coldcasezaken, announced that his foundation has once again solved a cold case. This time, the foundation, together with the Cold Case Team Amsterdam of the police, unraveled a 33-year-old case by identifying an unknown deceased man who had been found on November 15, 1993, near the Haringpakkersbrug in our capital. The identity of the man had been a major mystery for over thirty years.

Stichting Coldcasezaken posted his photo and the limited information available on its website, where a dedicated section is reserved for unidentified deceased persons in the Netherlands and surrounding areas. Some of the few clues included a train ticket the man carried — from Oberhausen, Germany, to Amsterdam — a travel itinerary from Dortmund to Amsterdam, and a German coin. It was therefore fairly certain that the man had traveled from Germany to the Netherlands. Another notable detail was that he carried a keychain from the “PSI,” the Socialist Party in Italy. Because he also wore branded clothing from Italy, it was suspected that he originally came from Italy, but no further clarity was available — and none would come for almost 31 years.

Important tip
Everything changed on May 11, 2025, when an important tipster contacted the foundation. “The tip he provided led us to an old newspaper article on an Italian website, in which an Italian man spoke about his missing father. The father had been missing since the early 1990s, and the son, Ciro, had been searching for him almost his entire life. The article included a photo of the father, and with a little imagination, he closely resembled the man found in Amsterdam. The newspaper article urged anyone with information to contact Ciro, but no contact details were provided.”

This marked the beginning of traditional detective work. It was not easy, but eventually, we established contact via Facebook with the son and his niece. Although there was some initial distrust — nowadays you can never be too careful — trust grew when I shared an Italian newspaper article with them that mentioned our foundation after we had solved a case in Belgium. Once again, a newspaper played an important role. Ciro and his family were shown the photo of the deceased man in Amsterdam and agreed that he indeed closely resembled the father, Rugiero, who had previously lived in a small village near Naples.

DNA testing and confirmation
After this confirmation, things began to move, and we contacted the Cold Case Team in Amsterdam. In the following months, we were in frequent contact and ensured that Ciro’s DNA reached Amsterdam so a comparison could be made. However, this was easier said than done, as Italian authorities had to be involved according to the regulations. As a result, the investigation faced significant delays, which were sometimes difficult to anticipate — both for us and for Amsterdam.

I am incredibly proud of the Amsterdam police team and the NFI, who, despite the challenges, were able to confirm last week with 100% certainty that the man found under the Haringpakkersbrug back then was indeed Ciro’s father. This news was, of course, very sad for him. The search for his father was over, and the hope that he might still be alive was extinguished. Still, Ciro indicated that he could now close this long chapter in his life and move forward. In the coming period, it will be considered whether the remains can be repatriated so that his father can finally be home. I wish him and his family immense strength.

With this case, Stichting Coldcasezaken has solved a cold case for the third time, again in collaboration with a police cold case team. Last week, it was already announced that this collaboration had also led to the identification of the German Eva Maria Pommer.

“Yes, it is quite a coincidence that two cases were solved within a single week — and both cases are 20 and 30 years old, true cold cases. It may give a distorted impression because solving such a case takes months of work and unfortunately does not happen on a regular basis. That we were involved in two of these breakthroughs is truly remarkable, especially considering that we have only existed for three years and have already achieved three breakthroughs. I am extremely proud of what we have accomplished — of our wonderful team and the excellent cooperation with the police. Like the previous case, this was truly a team effort, and I want to emphasize that.

I am also grateful to the tipster who sent us such an important lead on May 11. He is more than welcome to join our research team; I have made that clear to him. Additionally, I am thankful to those who have donated to the foundation recently, as these contributions allow us to continue this vital research. Finally, I want to mention Ciro again, to whom I extend both my deepest sympathies and my thanks for his kindness and patience. I am certain we will stay in touch.”